Post più popolari

23 gennaio 2012

In Ricordo Del 27 Gennaio 1945


Si tratta della lettera che il prigioniero Edgar Kupfer-Koberwitz scrisse a unamico dal campo di concentramento di Dachau, dove passò tra crudeltà di ogni
genere, mentre la morte ghermiva i prigionieri del campo giorno dopo giorno.

“Caro amico,
mi chiedi perché non mangio carne e ti domandi per quale ragione mi comporto
così. Forse pensi che ho fatto un voto o una penitenza che mi priva di tutti i
piaceri gloriosi del mangiar carne. Pensi a bistecche gustose, pesci saporiti,
prosciutti profumati, salse e mille altre meraviglie che deliziano gli umani
palati; certamente ricordi la delicatezza del pollo arrostito.

Sei sorpreso e chiedi: - Ma perché? e per quale motivo?

Te lo chiedi con intensa curiosità e pensi di poter indovinare la risposta.

Ma se io ora cerco di spiegarti la vera ragione in una frase concisa, tu
rimarrai nuovamente sorpreso scoprendo quanto sei lontano dal vero motivo.

Ascolta: io rifiuto di mangiare animali perché non posso nutrirmi con la
sofferenza e con la morte di altre creature.

Rifiuto di farlo perché ho sofferto tanto dolorosamente che le sofferenze
degli altri mi riportano alle mie stesse sofferenze.

So cos'è la felicità e so cos'è la persecuzione. Se nessuno mi perseguita,
perché dovrei perseguitare altri esseri o far sì che vengano perseguitati?
So cos'è la libertà e so cos'è la prigionia.

So cos'è la protezione e cos'è la sofferenza.

So cos'è il rispetto e so cos'è uccidere.

Se nessuno mi fa del male, perché dovrei fare del male ad altre creature o
permettere che facciano loro del male?

Non è naturale che io non infligga ad altre creature ciò che io spero non
venga inflitto a me? Non sarebbe estremamente ingiusto fare questo per il
motivo di un [superfluo] piacere fisico a spese della sofferenza altrui e
dell'altrui morte?

Queste creature sono più deboli e più indifese di me, ma puoi tu immaginare
un uomo ragionevole con nobili sentimenti che volesse basare su questa
sofferenza la rivendicazione o il diritto di abusare del più debole e del più
piccolo? Non credi che sia proprio il dovere del più grande, del più forte, del
superiore di proteggere le creature più deboli invece di perseguitarle e di
ucciderle?

Ricordo l'epoca orribile dell'inquisizione e mi dispiace dire che il tempo
dei tribunali per gli eretici non è passato, che giorno per giorno gli uomini
cucinano in acque bollenti altre creature che sono state date impotenti nelle
mani dei loro carnefici.

Sproloquiando, sorridendo, proponendo grandi idee e facendo bei discorsi,
l'europeo medio commette ogni sorta di crudeltà e non perché sia costretto, ma
perché lo vuole. Non perché manchi della facoltà di riflettere e di rendersi
conto delle orribili cose che sta facendo. Oh, no! Soltanto non vuole vedere i
fatti, altrimenti ne sarebbe infastidito e disturbato nei suoi piaceri.

So che la gente considera certi atti connessi al macellare come inevitabili.
Ma c’è realmente questa necessità? La tesi può essere contestata. Forse esiste
un genere di necessità per le persone che non hanno sviluppato ancora una piena
e conscia personalità. Io non faccio loro delle prediche, scrivo a te questa
lettera, ad un individuo responsabile che controlla razionalmente i suoi
impulsi, che si sente conscio dei suoi atti, che sa che la nostra Corte Suprema
è nella nostra coscienza e che non vi è ricorso in appello.

- È necessario che un uomo responsabile sia indotto a macellare?

In caso affermativo, ogni individuo dovrebbe avere il coraggio di farlo con
le sue stesse mani. Non è giusto pagare altra gente per fare questo lavoro
macchiato di sangue dal quale l'uomo normale si ritrarrebbe inorridito e
sgomento.

Io penso che gli uomini saranno uccisi e torturati fino a quando gli animali
saranno uccisi e torturati. Penso che fino allora ci saranno guerre, poiché
l'addestramento e il perfezionamento dell'uccidere deve essere fatto moralmente
e tecnicamente su esseri deboli. Penso che ci saranno prigioni finché gli
animali saranno tenuti in gabbia. Poiché per tenere in gabbia i prigionieri
bisogna addestrarsi e perfezionarsi moralmente e tecnicamente su esseri
indifesi.

Penso che sia arrivato il momento di sentirci oltraggiati dai grandi e
piccoli atti di violenza e crudeltà che noi stessi commettiamo. Ed essendo
molto più facile vincere le piccole battaglie, penso che dovremmo cercare di
spezzare prima i nostri legami con le piccole violenze e crudeltà per superarle
una volta per sempre. Poi verrà il giorno che sarà facile per noi combattere
anche le crudeltà più grandi.

Il punto è questo: io voglio vivere in un mondo migliore dove una più alta
legge conceda più felicità a tutti".

Edgar Kupfer-Koberwitz

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per avermi dedicato del tempo. Sarei felice di avere una tua opinione e/o pensiero a riguardo.