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23 novembre 2020

Ça Va Sans Dire

Sono triste e mi sento in colpa per questa tristezza.


Sono mesi che assisto ed assorbo il dolore del prossimo che ha perso, in modo netto e brutale, un proprio caro; il loro dolore nel saperlo solo ad affrontare l’ineluttabile; la frustrazione di non poterlo mai più vedere né salutare un’ultima volta.

Sono mesi che vivo la disperazione di persone che non lavorano da troppo tempo oppure il lavoro lo hanno perso ed hanno entrate esigue o ne sono totalmente prive e non sanno come continuare a vivere; per alcuni anche sopravvivere diventa un’impresa.


Sono una privilegiata... Ne sono conscia...

Lavoro da casa ed il mio lockdown (ragionato e scelto) è scandito da lettura, scrittura, giornalismo d’inchiesta, studio, allenamento, serie TV, musica, videochiamate con amici, sparsi per il globo... 

Attualmente il mio spaziare si limita ad osservare e fotografare le luci che variano, durante il giorno e perdermi nel cielo stellato, durante le ore notturne.

Con l’età sono diventata selettiva e riservata; non sento la mancanza di caos, assembramenti, folla (situazioni peraltro mai amate anche in gioventù). Non ho mai amato feste comandate e riunioni familiari (essendo io, figlia unica di due figli unici, che sono mancati in giovane età).


Eppure sono triste e mi sento in colpa per questa tristezza.


Mi manca la scuola di musica, i teatri, i cinema, le mostre, i concerti, il vivere la mia città, il volteggiare sul ghiaccio...

Mi manca il sedermi ad un tavolo di un bar ed osservare l’umanità che mi sfila davanti agli occhi, gustandomi lentamente una bevanda...

Mi manca il mio impegno animalista ed ambientalista, profuso nelle piazze, in compagnia di attivisti con i quali si condividono ideali e battaglie.


Mi mancano i miei numerosi viaggi, l’energia e l’entusiasmo che mi pervadono nel viverli.

Mi manca il programmarli, studiarli, prepararli nei minimi dettagli.


Mi manca la visione del futuro... 


E... Last but not least... Mi manca la fisicità...  

Un’energica stretta di mano... Un abbraccio avvolgente e rassicurante... Un sorriso aperto e contagioso...

Due sguardi che fugacemente si incrociano, lasciando un segno indelebile... Lo sfiorare inavvertitamente la pelle... Un profumo intenso che investe le narici, inebriando i sensi sopiti... Una frase sussurrata all’orecchio, che ti percorre tutto il corpo, con un brivido espanso...


Sono triste ed ho paura.

Provo un terrore penetrante che - una volta finito tutto questo - non si riesca più a recuperare il coraggio di ricominciare a vivere, a sperimentare, a godere di quello che si è dato sempre per scontato, che - al contrario - scontato non è.



01 luglio 2020

A - 69

È una mattina di Giugno inoltrato.
Selene ha appena finito il suo allenamento quotidiano e si accinge a collegarsi per un’altra mattinata lavorativa.
Improvvisamente, il programma di messaggistica del suo cellulare impazzisce ed inizia a ricevere messaggi a raffica, da parte di sconosciuti che le chiedono se fosse lei quella donna che (usando inconsapevolmente lo storico alias di Selene) si era iscritta ad un sito di incontri regionale (e la regione non è la stessa di Selene).

Tra la moltitudine di messaggi ricevuti, il lavoro ed il replicare, a questi signori che no, non è lei la signora dell’annuncio, spicca un messaggio di un giovane uomo, molto educato, che - sebbene lei abbia comunque replicato - si presenta... Simone...

Ed è un attimo... Un arcobaleno appare nel cielo e come  una pioggerella primaverile, cadono gocce di parole... 
Alle parole seguono messaggi scritti... Dosati, compìti... 
Si ritrovano a parlare delle loro vite, dei loro molteplici interessi, pressoché identici (malgrado la differenza d’età, a favore di Simone), delle loro aspirazioni... 
E come se una pianta notturna, rimasta molte ore al buio, si schiudesse ai raggi del sole, avida di luce e tepore.
Dai messaggi scritti ai messaggi vocali... Dai vocali ai primi piani del viso... 

Selene si sente come Alice, quando quest’ultima precipita in fondo al tronco di un albero... Ma all’atterraggio, non trova pozioni magiche , ma il suo Doppelgänger, che si impossessa della chiave incantata ed oltrepassa la porta fatata che porta al Paese delle Meraviglie.
Selene è lì, attonita, osserva l’altra parte di sé in questo Paese straordinario dove il suo doppio ha tutte le sue caratteristiche di sempre (ma sopite da molto... Forse troppo tempo...) : Gioia di vivere, immediatezza nell’ esprimere ciò che prova... Sensualità... Erotismo... Sensi Affinati... Desiderio di dire tutto ciò che passa per la testa, pur non credendoci nemmeno lei a ciò che dice e sente... Non perché non lo desideri...  

Dai primi piani del viso, alle telefonate e susseguentemente alle videochiamate...

Il sentire la sua voce, il vedere i suoi primi piani e l’interagire via video con lui, le crea una sorta di profonda e diffusa eccitazione... 
Brividi profondi le percorrono il corpo, mentre la testa si fa sempre più leggera e tra le gambe sente un calore fluido ed abbondante... 
Mentre lui le dice quanto sia desiderabile, non solo fisicamente, ma anche mentalmente... Lei socchiude gli occhi... Si perde nelle sue parole, mentre un dito giocherella con il suo labbro inferiore e l’altra mano scende... 
Sente la sua voce accarezzarle i capezzoli, che si inturgidiscono ... E scende fino alle grandi labbra, che si scostano lasciando scoperto un clitoride gonfio di nervature e desiderio...
Che voglia prorompente di essere presa... Con dolce determinazione... sentire la sua punta appoggiata alla parete anteriore del suo utero bollente...  Sentirlo espandersi dentro il suo ventre morbido, accogliente... Godere della  sua copiosa esplosione, fluida, piacevolmente invadente  e sapere che è lei a contenerlo... Ad averlo... In quel preciso momento di sfaccettato infinito... 
E quando si mostra in video... 
Questo giovane uomo, maschio, virile... 
che la ascolta e la guarda... Con occhi scuri color ematite, una bocca importante, un corpo piacevolmente villoso, ben definito... 
Come vorrebbe essere lì con lui... Bendarlo affinché possa affinare gli altri sensi... Leccare, nmordicchiare e baciare ogni millimetro del suo corpo... Ascoltare le sue parole... I suoi sospiri, i suoi gemiti mentre gli percorre il pube... Si sofferma a sfiorare con le labbra umide i suoi testicoli gonfi... Gli percorre il glande con la lingua ed arriva al suo prepuzio... Ci giocherella, alternando a parole sussurrate, colpetti sulla punta e leccate al prepuzio... E dopo essere salita sul suo ventre... mette il suo pene tra le cosce, si allunga verso di lui... lo sbenda... Lo guarda negli occhi... affonda il suo viso nella sua barba... e mentre lo prega di parlarle... Lei stimola il suo clitoride con il pene di lui... 
dopo esserle venuta addosso... Scende si gira sulla pancia e lo prega di prenderla da dietro... Le mani di lui le afferrano i fianchi, le dita affondano nella carne, mentre lei alza il bacino per sentirlo meglio... Lui spinge... Prima piano e poi sempre più energicamente finché lei urla dal piacere ed abbandona la testa sul cuscino... In preda all’estasi orgasmica... Ed a quel punto lui le esplode dentro... Urlando come un guerriero che ha vinto la sua battaglia... Appagato... Soddisfatto... Completo... 

Parlano d’amore Selene e Simone... Di viaggi... Di fughe a due... Di chiudersi in una stanza e lasciare il mondo fuori... 
Di battaglie da combattere all’unisono per un mondo migliore... 
Di musica da ascoltare e ballare... 
Di posti da esplorare... 
Di quanto siano stati pazzescamente fortunati ad essersi trovati in un modo così fortuito... Quando nella vita di fortuito non c’è alcunché... 
Si dicono cose bellissime, Simone e Selene... 
Parlano di sentimenti... Si gratificano reciprocamente... Si dichiarano... 
Lei vuole che lui si esprima sui suoi scritti, per avere le sue parole sempre a disposizione... Per poterle leggere  nei momenti di lontananza...
Lui si offre di ricostruire il suo spazio, rendendolo bellissimo...
Sono impazienti, Simone e Selene... 
Vorrebbero incontrarsi subito per potersi sfiorare, annusare, guardare e parlarsi anche tramite silenzi assordanti ed eloquenti... 

Selene... Una donna matura, ma che della sua maturità ha l’esperienza, la pacatezza, il saper centellinare situazioni e persone, per poterle assaporare, gustare e rendere l’attesa un piacevole Sabato del Villaggio Leopardiano... Per non bruciare la bellezza inaspettata... 
Per il resto un vulcano perennemente in eruzione... Interessi, curiosità, lotte in cui crede ciecamente... 
È uno spirito libero Selene, ama mordere la vita... Adora tuffarcisi dentro, qualsiasi cosa la vita stessa le riservi... Per lei non esistono le età anagrafiche, ma solo le affinità elettive, il desiderio di conoscere, la curiosità per qualsiasi aspetto della vita...
Detesta la paura... La paura non permette di vivere... Ti rinchiude in un bunker, una sorta di panic room, dove tutto resta all’esterno : dolori, rischi, pianti, sofferenze... Ma anche gioie, soddisfazioni, sorrisi, estasi e tramonti... 
La paura ti rende spento, asettico, insignificante... Inanimato... Un morto che respira... 
La paura è uno schiaffo alla vita... 

Simone... Giovane uomo... 
Un misto di coerenza, sete di giustizia, impegno, coraggio, idealismo, passione per ciò in cui crede. Il tutto misto ad una rettitudine e ad una gentilezza quasi d’altri tempi. Ha una classe ed uno stile innati nel porsi e nel proporsi.
Selene lo definirebbe Rivoluzionario
Sì, Rivoluzionario anche perché squisitamente anacronistico, rispetto alla sua etá.
Simone ha una profonda contezza di sé... Ha un pizzico di narcisismo, accompagnato da una spolverata di autocompiacimento. 
Lui basta a se stesso, la sua vita è completa ed è una di quelle classiche persone che riescono a darsi la buonanotte, prima di coricarsi, essendo in pace con loro stessi e con il mondo.
Questo è il motivo per cui lei decide di non invadere i suoi spazi, le sue abitudini, la sua vita; vuole solo essere un valore aggiunto per lui... 
Come uno splendido fiocco ornamentale, ma non decisivo per la bellezza della composizione stessa. 

Tre giorni di arcobaleno... 
Un arcobaleno luminosissimo e variopinto in cielo estivo scuro e minaccioso... 

Stamani Selene si è svegliata alle 4... Ha trovato il suo Doppelgänger, lascivamente addormentata accanto alla porta fatata, con la chiave incantata tra le dita... 
Decide di lasciarla riposare... 

Trova una scala a chiocciola... Si volta un’ultima volta e si accinge a salirla...
Si ritrova seduta dinnanzi al suo computer... Il cellulare silenziato...
Nessun messaggio... 

Si scollega e decide di farsi una doccia per lavarsi questo sogno dal corpo, perché di sogno trattasi... Bellissimo, tangibile, profumato... Ma pur sempre  un sogno...
Si slaccia il reggiseno, si abbassa la spallina e mentre si china... Un frammento di arcobaleno si adagia leggiadramente sul pavimento... 

23 aprile 2020

Sarà...

Sarà che per tutta la mia vita sono stata una combattente per quello in cui credo ed ho sempre combattuto con coerenza, coraggio e dedizione... 

Sarà che sono “Classe 1961” per cui sono diventata (senza desiderarlo ed impormelo) più selettiva, meno “accogliente” verso il tutto che mi circonda... 

Sarà che ho dedicato tutta la mia vita e me stessa allo studio, alla cultura, come all’informazione scaturita da inchieste serie e documentate... 

Sarà il  periodo buio, tremendo, intricato, doloroso che si sta vivendo...

Sarà tutto questo... 

Ma - non senza difficoltà, fastidio e dispiacere - ho preso coscienza che non tollero più l’ ignoranza e la disinformazione. 
O meglio, non sopporto i presuntuosi ignoranti e disinformati... Quelli che restano fermi sulle loro posizioni... Quelli che, malgrado li si fornisca di strumenti seri ed accreditati, non li prendono in considerazione, restando impantanati nella loro paralisi mentale, cieca ottusità, evitando così ogni qualsiasi confronto costruttivo. 

Mi sono resa conto di non avere più le forze per scambiare opinioni con queste persone... Ma quello che mi ferisce di più è che non riesco più ad empatizzare con loro e mi sento molto distante... Così lontana da non sentire la loro mancanza... 

Tutto questo mi fa molto male... Ma non posso farci punto. 

Sono conscia  di doverlo accettare ed imparare a conviverci...





25 marzo 2020

2020 d. C.


Nulla accade per caso...
Tutto accade per una ragione, anche se a noi sconosciuta... 

Quello che si sta vivendo è un dramma rarissimo...
Per i credenti sicuramente è una punizione divina a queste Sodoma e Gomorra moderne...
Per gli scettici di natura è un complotto, perfettamente orchestrato, per eliminare un gran parte di umanità, che risulta essere in sovrannumero.
Per i panteisti è una conditio sine qua non affinché Madre Natura riprenda il sopravvento sulla scelleratezza dell’essere umano che - in tempi normali - di umano non ha alcunché.

Ritmi serratissimi (lavorativi e non), materialismo, profitto, edonismo sfrenato, qualunquismo, superficialità, ignoranza... Cervello lobotomizzati da bombe mediatiche... Anestetizzati da messaggi promozionali sempre più incalzanti... 
Tutto questo porta a pensare che l’essere umano sia superiore a tutto e tutti... Una sorta di specismo schizofrenico e raggelante contro tutto quello che non è tangibile... Materiale... 

Ora l’inattività, la lentezza, l’isolamento potrebbe servire a riflettere, meditare, pensare... Questo dramma dona l’occasione di scandagliare mentalmente tutto quello che, in tempi cosiddetti normali, non verrebbe mai preso in considerazione.
Questa staticità potrebbe essere l’unica occasione che si ha per guardarsi dentro... Interrogarsi su mille e più argomenti riguardanti il nostro intimo essere, il nostro profondo sentire. 

Osservare la natura che si riappropria dei suoi spazi... Animali che riappaiono in zone ed in mari prima inanimati.

L’essere umano muore e la natura rinasce...
Noi siamo il virus per il nostro pianeta... 

Quando questo incubo sarà finito, desidererei vedere un’umanità che si impegni per curare la terra, ove noi siamo solo ospiti... 
Un’umanità che comprenda i veri valori della vita... Valori non certo materialistici, ma umanistici... 
Un’umanità antispecista, che rispetti tutti gli esseri viventi e li consideri loro pari... 
Un’umanità che rallenti i ritmi frenetici,  con i quali ha vissuto in passato, e si fermi a godere di un tramonto, di un cielo stellato, di un sorriso...

Se così fosse, allora le innumerevoli morti che ci sono state, non sarebbero state vane... Le lacrime versate non si sarebbero perse nel nulla... 

Ma non sono ottimista a riguardo... L’essere umano odierno (generalmente parlando) è troppo materialista, egoista, superficiale, grezzo, ignorante e rozzo, ingordo di danaro e beni tangibili.
Privo di senso civico è anche privo di memoria... E bastano pochi giorni, se non addirittura ore per dimenticare tutto... 

Ed allora anche una lezione così immensa... Non sarà servita... 

Ed è questo il dolore più grande... 





24 marzo 2020

Zweisamkeit

La conosci quella parola tedesca che sembra un litigio tra consonanti e vocali, Zweisamkeit ?
Non ha una traduzione letteraria in Italiano, ma è quella sensazione di benessere quando stai con quella determinata persona… quando non hai bisogno di nient'altro per star bene.
Una di quelle persone che potrebbero starti a centinaia di chilometri dal naso, ma tu la sentiresti talmente vicina da rimanere attaccata alla cornetta del telefono a parlare di tutto e di niente, con cui fai quei discorsi talmente insensati che finisci per parlare di una poesie di Baudelaire e di come si manteca la carbonara, nello stesso momento.
Sentirsi stupidi insieme.
E quando non c'è, non serve riempire i vuoti, alzare il volume della musica o far finta di star bene perché
…nello stesso momento
in cui mi mancavi di meno,
Io mi mancavo un po’ di più.
Non so se è capitato anche a te,
di far fatica a prendere sonno, di non aver voglia di alzarti dal letto, di scrivermi qualcosa di notte e poi cancellarlo per paura di disturbare… non so se è capitato anche a te di pensare che la Luna potesse far sentire meno il peso di questo buio.
Pensarsi mentre ci si ignora.
Zweisamkeit, quella sensazione di quando senti il cuore ovunque quando pensavi di averne uno solamente a pezzi, qualcuno che ti faccia ancora credere nei sogni, che sorrida davanti agli incubi, che sia lì ad applaudirti davanti ai traguardi raggiunti… così, qualcuno che cammina in quei dolori dove nessuno aveva mai avuto il coraggio di entrare.
Quindi ti lascio una stanza vuota della mia anima,
solo per te
possiamo metterci una valanga di libri, dei tatuaggi da fare, un biglietto per il Giappone solo per vedere fiorire i ciliegi e poi tornare il giorno dopo, comprare su Amazon un telescopio per cercare le stelle, preferire i litigi ad una finta felicità e non essere come quelli che di fronte ad un mare in tempesta gridano “che spettacolo!” e poi hanno paura anche a bagnarsi solamente i piedi.