Faccio parte di quella sparuta parte, di popolazione mondiale, che include le Persone Altamente Sensibili (High Sensitive Persons).
Una minoranza che, per tutta la sua vita o quasi, è stata considerata depressa, bipolare, irascibile, permalosa, pazza.
Un’inferiorità numerica che si è sempre sentita (perché così percepita) sbagliata, guasta, colpevole.
Ora che l’Alta Sensibilità inizia ad essere seriamente e scientificamente studiata, questa comunità inizia a riconoscersi come speciale e leggermente sollevata nell’apprendere di non essere bacata, inutile, fastidiosa, dannosa e pericolosa.
Questo è un dono ma, contemporaneamente, anche una maledizione.
Il vero, duro lavoro inizia quando ci si riconosce in questa minoranza e si deve iniziare ad imparare a conviverci ed impegnarsi per gestire questa particolarità al meglio, perché il vero problema non sono le interazioni tra loro, ma quelle con i normo sensibili che - il più delle volte - non hanno strumenti per comprendere una PAS e comportarsi di conseguenza.
L’empatia amplificata verso il prossimo, ti permette di sentire quello che il prossimo prova e di viverlo allo stesso modo.
Esiste anche una “preveggenza” del futuro; una frazione di secondo nel quale vedi cosa accadrà - a te oppure a chi ti è accanto - ed un brivido ti percorre la pelle, cerchi di razionalizzare il tuo profondo sentire, ma invano.
Il “Tutto O Niente”, la mancanza di mezze misure, la mancanza di schermature e protezioni, il solido senso di giustizia, onestà e rispetto, la profonda ed immediata reattività, il voler esserci sempre per chiunque, comunque.
Queste caratteristiche principali (più altre secondarie, ma non meno importanti) ti portano a vivere continuamente un’ altalena emotiva che sfianca, ferisce, destabilizza, crea problemi psicosomatici ed incomprensioni con i normo sensibili, che, il più delle volte, fraintendono i comportamenti di un PAS.
Amo l’arte in tutte le sue espressioni...
Leggere, scrivere, fotografare...
Amo perdermi in un cielo che muta i colori e nella spuma di un’onda oceanica che si infrange sugli scogli, creando arcobaleni multicolori, che durano il tempo di un respiro...
In queste situazioni, la serenità e l’introspezione mi pervadono e posso riflettere sul mio sentire tutto, sempre, tanto.
La guerra con me stessa inizia quando decido di lanciarmi in qualcosa in cui credo e/o credere in qualcuno che stimo profondamente.
Sono una “pasionaria” e dono tutta me stessa, a ciò in cui credo(situazioni e/ o persone)e lotto, mi spendo senza riserve e senza attendermi nulla di ritorno.
Ma gli animali, l’ambiente, i diritti umani, la giustizia non sono persone e non fraintendono, non si irrigidiscono, non si spaventano, non si sentono pressati né sollecitati.
Le persone normo sensibili non replicano immediatamente ad un qualsiasi tipo di sollecitazione (come fanno i PAS), non comprendono il perché di tanta attenzione e devozione, non riescono a percepire un dono come pura gioia nel dare.
Le persone normo sensibili restano spiazzate, confuse, diffidenti... Temono ci sia la “fregatura” e si allontanano oppure spariscono.
La mia guerra è cercare di contenere il mio essere e rispettare i tempi altrui.
La mia battaglia sono i miei sensi di colpa e la convinzione e di avere sbagliato tutto quando (in giornate particolarmente complicate), comunico, con la persona con cui interagisco, tutto il mio sentire e me stessa, salvo poi pentirmene e non dormirci la notte.
La mia lotta è con la mia mente, che non si placa mai, che si interroga, prospetta, rimugina sul passato, presente e futuro, non mi lascia riposare... Un grillo parlante, petulante ed ossessivo...
Non è facile essere una PAS, è impegnativo, doloroso, faticoso...
Sento tutto, sempre e tanto...
Ma questo sentire è vita e vivere significa gioire, stupirsi, entusiasmarsi... Significa essere feriti, delusi, addolorati, tristi, incomprensi, rifiutati ed anche disperati.
E questa è la vita...
La mancanza di tutto questo marasma significa equilibrio, staticità, sicurezza, protezione, distanza, asetticità, a mio parere, è sicuramente meno doloroso è rischioso, ma è sopravvivere e la sopravvivenza non è vita.