Metallo infisso nella pietra, accarezzo, languida,
nel tormentato amplesso secolare,
dei suoi esercizi spirituali,
cantati dalle grida silenziose,
di fruscianti preghiere,
acqua indaco di speranze,
rigovernate, diligentemente,
mai esaudite.
Mi aggrappo ad una lacrima
di calore giallo intenso,
rubino estivo,
lasciando un cratere nel mio cuore,
vestibolo adatto per ogni anima,
per ogni preghiera,
per un solo amore.
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